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Gatti e cani un bene di lusso
Pagina 1 di 1
Gatti e cani un bene di lusso
Tassa su cani e gatti: la bufala corre su Facebook
Ma gli animali domestici sono già considerati un "bene di lusso".
Giulia Nitti
Inutile prendersela più di tanto. Il post che gira sui social network è solo una “catena di Sant’Antonio”, o una bufala, una presa in giro. Il problema è che il messaggio ha fatto presa, e continua a girare e a essere incollato sulle bacheche di migliaia di internauti. Perché il tema è di quelli che colpiscono: una tassa in arrivo sugli animali domestici. Secondo il messaggio sarebbe il governo Monti - il governo “tasse ed equità” - ad averla studiata, perché cani, gatti e affini sono ormai entrati apieno titolo nella categoria dei beni di lusso. E in quanto “beni per ricchi”, vanno tassati.
"Causerà abbandoni"
Giunto alle conclusioni, il messaggio diventa terroristico: “La ringraziamo, professor Monti, perchè in questo modo, lei sarà complice dell’aumento degli abbandoni, delle uccisioni, e della sofferenza di tante povere bestie, che o saranno abbandonati da chi non può permettersi ulteriori spese, o che non verranno mai e poi mai adottati da un canile”.
Un balzello per il 41,5% delle famiglie
Abbandoni a parte, se la notizia fosse vera si tratterebbe dell’ennesimo balzello per le famiglie italiane, visto che il 41,5 % di loro possiede un animale da compagnia (altro che bene per ricchi), ma il sospetto che si tratti di una balla è più che credibile, visto che tra le bozze di misure circolate negli ultimi giorni non c’è alcun accenno a una tassa sul possesso di cani.
La cosa suona nuova anche alle assocazioni di categoria. "Alla Lav", dice il presidente Gianluca Felicetti, "non risulta che sista nessuna proposta, né ufficiosa né tantomeno ufficiale, su questo argomento". Un'imposta sul possesso di cani esisteva fino al 1993, la 'tassa sulla medaglietta', ma poi fu eliminata dal governo Amato, e non se n'è più parlato".
Il tentativo della provincia di Bolzano
Qualcuno, racconta Felicetti, ci provò in realtà ad imporla. "Si tratta della provincia autonoma di Bolzano. Un assessore in quota Pd propose l'introduzione della possibilità per i comuni di introdurre un atassa da 50 a 150 euro per i proprietari di cani, escludendo solo le razze 'utili', come i cani da pastore o da caccia. Il ricavato sarebbe servito per finanziare gli interventi per il vedre pubblico e la pulizia della strada. ma ci fu una sollevazione popolare, e la cosa fu accantonata".
Ma un fondo di verità esiste...
Uno scherzo, dunque, che arriverebbe da un'associazione animalista poco stimata nell'ambiente. Anche se, in realtà un fondo di verità questa strana notizia ce l’ha. Per cominciare, con la manovra della scorsa estate è stato ridotto il numero di prestazioni veterinarie le cui spese possono essere detratte dalla dichiarazione dei redditi. Inoltre, per quanto insensato possa apparire, è vero che cani e gatti sono considerati dal fisco “beni di lusso”. Lo dimostra il fatto che le spese veterinarie compaiono tra gli indicatori del redditometro, (lo strumento messo a punto dall’Agenzia delle Entrate che entrerà in vigore nel febbraio 2012), e fanno parte di quella lista di voci che servono per capire se i guadagni dichiarati da un contribuente sono proprozionati alle spese sostenute.
Le spese veterinarie? Per il fisco sono roba da ricchi
La novità, che risale al mese scorso, provocò le feroci critiche dei veterinari, che fecero notare come le tasche dei padroni di cani e gatti fossero già appesantite dall’acquisto degli alimenti dedicati, su cui grava l’Iva al 21%. Caso quasi unico in Europa, dove gli alimenti per animali godono dell’Iva agevaolata del 10%.
Un'alzata di scudi bipartisan
Anche in politica l’alzata di scudi fu bisartisan. Persino esponenti del vecchio governo come il sottosegretario alla Salute Francesca Martini e il ministro al Turismo Vittoria Brambilla si sollevarono contro l’Agenzia delle Entrate, chiedendo di rivedere il provvedimento. Con queste premesse c'è da giurare che pochi governi sopravivverebbero alla tassa sui cani.
Fonte: http://www.ilsalvagente.it/Sezione.jsp?titolo=Tassa+su+cani+e+gatti%3A+la+bufala+corre+su+Facebook&idSezione=13463
Ma gli animali domestici sono già considerati un "bene di lusso".
Giulia Nitti
Inutile prendersela più di tanto. Il post che gira sui social network è solo una “catena di Sant’Antonio”, o una bufala, una presa in giro. Il problema è che il messaggio ha fatto presa, e continua a girare e a essere incollato sulle bacheche di migliaia di internauti. Perché il tema è di quelli che colpiscono: una tassa in arrivo sugli animali domestici. Secondo il messaggio sarebbe il governo Monti - il governo “tasse ed equità” - ad averla studiata, perché cani, gatti e affini sono ormai entrati apieno titolo nella categoria dei beni di lusso. E in quanto “beni per ricchi”, vanno tassati.
"Causerà abbandoni"
Giunto alle conclusioni, il messaggio diventa terroristico: “La ringraziamo, professor Monti, perchè in questo modo, lei sarà complice dell’aumento degli abbandoni, delle uccisioni, e della sofferenza di tante povere bestie, che o saranno abbandonati da chi non può permettersi ulteriori spese, o che non verranno mai e poi mai adottati da un canile”.
Un balzello per il 41,5% delle famiglie
Abbandoni a parte, se la notizia fosse vera si tratterebbe dell’ennesimo balzello per le famiglie italiane, visto che il 41,5 % di loro possiede un animale da compagnia (altro che bene per ricchi), ma il sospetto che si tratti di una balla è più che credibile, visto che tra le bozze di misure circolate negli ultimi giorni non c’è alcun accenno a una tassa sul possesso di cani.
La cosa suona nuova anche alle assocazioni di categoria. "Alla Lav", dice il presidente Gianluca Felicetti, "non risulta che sista nessuna proposta, né ufficiosa né tantomeno ufficiale, su questo argomento". Un'imposta sul possesso di cani esisteva fino al 1993, la 'tassa sulla medaglietta', ma poi fu eliminata dal governo Amato, e non se n'è più parlato".
Il tentativo della provincia di Bolzano
Qualcuno, racconta Felicetti, ci provò in realtà ad imporla. "Si tratta della provincia autonoma di Bolzano. Un assessore in quota Pd propose l'introduzione della possibilità per i comuni di introdurre un atassa da 50 a 150 euro per i proprietari di cani, escludendo solo le razze 'utili', come i cani da pastore o da caccia. Il ricavato sarebbe servito per finanziare gli interventi per il vedre pubblico e la pulizia della strada. ma ci fu una sollevazione popolare, e la cosa fu accantonata".
Ma un fondo di verità esiste...
Uno scherzo, dunque, che arriverebbe da un'associazione animalista poco stimata nell'ambiente. Anche se, in realtà un fondo di verità questa strana notizia ce l’ha. Per cominciare, con la manovra della scorsa estate è stato ridotto il numero di prestazioni veterinarie le cui spese possono essere detratte dalla dichiarazione dei redditi. Inoltre, per quanto insensato possa apparire, è vero che cani e gatti sono considerati dal fisco “beni di lusso”. Lo dimostra il fatto che le spese veterinarie compaiono tra gli indicatori del redditometro, (lo strumento messo a punto dall’Agenzia delle Entrate che entrerà in vigore nel febbraio 2012), e fanno parte di quella lista di voci che servono per capire se i guadagni dichiarati da un contribuente sono proprozionati alle spese sostenute.
Le spese veterinarie? Per il fisco sono roba da ricchi
La novità, che risale al mese scorso, provocò le feroci critiche dei veterinari, che fecero notare come le tasche dei padroni di cani e gatti fossero già appesantite dall’acquisto degli alimenti dedicati, su cui grava l’Iva al 21%. Caso quasi unico in Europa, dove gli alimenti per animali godono dell’Iva agevaolata del 10%.
Un'alzata di scudi bipartisan
Anche in politica l’alzata di scudi fu bisartisan. Persino esponenti del vecchio governo come il sottosegretario alla Salute Francesca Martini e il ministro al Turismo Vittoria Brambilla si sollevarono contro l’Agenzia delle Entrate, chiedendo di rivedere il provvedimento. Con queste premesse c'è da giurare che pochi governi sopravivverebbero alla tassa sui cani.
Fonte: http://www.ilsalvagente.it/Sezione.jsp?titolo=Tassa+su+cani+e+gatti%3A+la+bufala+corre+su+Facebook&idSezione=13463
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